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Una donna con la testa nel pallone. Si tratta di Stephanie Frappart, salita alle cronache per aver raggiunto un traguardo molto importante per il mondo femminile, entrando nella storia come prima donna ad arbitrare la partita di Champions League tra Juventus e Dinamo Kiev del 2 dicembre 2020. Ma chi è e qual è la storia della sua carriera nel mondo del calcio?
Chi è Stephanie Frappart
Stephanie Frappart è nata il 14 dicembre del 1983 a Val-d’Oise, in Francia. Appassionata di calcio fin da piccola, la sua carriera come arbitro nel mondo del calcio inizia nel 2009, come arbitro internazionale per quanto riguarda il calcio femminile.
A 28 anni arbitra nel Championnat National, terza divisione francese e il passaggio nella Ligue 2 avviene nel 2014 dove raggiunge il primo traguardo come prima donna ad arbitrare nella seconda categoria transalpina.
La sua carriera non accenna ad arrestarsi e, sempre in Francia, Stephanie Frappart diventa la prima donna ad arbitrare una partita in League 1. L’occasione arriva con il match tra SC Amiens e RC Strasbourg nell’aprile del 2019. A giugno dello stesso anno invece, viene inserita a titolo permanente tra gli altri arbitri di Ligue 1 per la stagione 2019-20.
Durante l’estate 2019-20, la Frappart ha arbitrato due partite importanti. La finale di Coppa del Mondo Fifa a Lione, del calcio femminile, tra Stati Uniti e Olanda, e lo scontro tra Liverpool e Chelsea ad agosto.
Il raggiungimento del record
Stephanie Frappart entra definitivamente nella storia del calcio il 22 ottobre del 2020. La direttrice di gara di origini francesi infatti, fa il suo esordio nei gironi di UEFA Europa League. Per quell’occasione, la Frappart è stata designata per una gara che si è svolta nella prima giornata della fase a gironi tra il Leicester City e lo Zorya.
L’importanza dell’emancipazione in ogni…”campo”
Il record raggiunto con tanto impegno e dedizione da Stephanie Frappart, segna un traguardo molto importante non solo per il calcio femminile, spesso molto sottovalutato, ma anche per il ruolo della donna nello sport e per il mondo della donna in generale. L’emancipazione infatti, passa per la meritocrazia, in ogni campo. Anche se si tratta di campi come quelli da calcio, storicamente considerati esclusivamente “cose da uomini“.
Dopo la nascita di squadre totalmente femminili e dopo l’apertura al mestiere dell’arbitro anche alle donne, ecco quindi un altro traguardo importantissimo. Una donna che arriva ad arbitrare uno scontro maschile di livello, nel mondo dello sport. Perché le passioni uniscono sempre e, soprattutto, non hanno genere.