Stop alle guerre dei format: nasce il codice deontologico

Condividi

Stop alle guerre per i format contestati?

In attesa di una legge ad hoc, gli operatori del settore concordano un codice di deontologia.

"La Società Italiana Autori Editori – spiega il presidente della Siae Giorgio Assumma, promotore dell'iniziativa – ritiene assolutamente necessario delineare un nucleo di principi fondamentali e condivisi che possano, in attesa dell'emanazione di una compiuta disciplina normativa, conferire un minimo di regolamentazione alle utilizzazioni commerciali dei format".

La nascita del nuovo "statuto" è prevista fra pochi giorni.

"Il 7 giugno 2007- informa un lancio di agenzia- presso la Biblioteca teatrale SIAE del Burcardo a Roma, si riunirà infatti un gruppo di lavoro formato da autori, editori, produttori, operatori dell'emittenza radiofonica e televisiva nazionale e privata, per la redazione del ‘Codice di deontologia del format', da applicare alle nuove programmazioni…Se da una parte l'industria dell'intrattenimento fa del format una delle sue principali risorse, esiste però il problema del vuoto di disciplina e tutela normativa relativa al format e proprio per giungere alla definizione di un progetto di legge, da sottoporre all'esame parlamentare, la Siae promuove e sostiene da tempo il confronto di tutte le categorie interessate".

Lo stesso comunicato ricorda l'importanza del giro d'affari legato ai format, riferendo un dato eloquente ma un po' vecchio, che avevo già segnalato su questo blog un anno fa:

"Secondo i dati della Frapa (Format Recognition and Protection Association), il giro d'affari riconducibile ai format è stato quantificato in 2.4 milioni di euro per il 2004 e 6.4 milioni di euro nel triennio 2002-2004, per i soli 13 Paesi in cui è maggiormente utilizzato (USA, Australia, Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Spagna, Olanda, Belgio, Danimarca, Svezia, Norvegia e Polonia)".

Il business è, ovviamente, mondiale: basterà un patto d'onore tra gli attori interessati in Italia?