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Il matrimonio è uno tra gli eventi più ricchi di tradizioni, a cambiare invece sono sempre stati gli abiti che sono sempre andati di pari passo con la storia della moda.
L’abito da damigella ovviamente non può fare eccezione. Scopriamo di più su quelle che sono le sue origini e sulla sua evoluzione nel tempo.
Se una volta le damigelle erano una presenza irrinunciabile accanto alla sposa, adesso c’è chi decide di non averle. Per chi invece decide di mantenere le tradizioni, le regole sono sempre quelle: vestiti e colori uguali, o quanto meno simili.
La storia del vestito da damigella ha radici davvero profonde che si innestano ai tempi della Roma antica quando si credeva che un evento felice come un matrimonio, suscitasse l’invida delle divinità che per punizione scatenavano gli spiriti maligni contro i malcapitati di turno. Il ruolo della damigella allora, sempre intorno alla sposa, era quello di proteggerla da qualsiasi cosa di negativo potesse abbattersi su di lei proprio quel giorno.
Da credenza vera e propria, si è poi trasformata in una sorta di buon augurio, fino ad affievolirsi nel tempo.
Le regole del bon ton vogliono che a vestire di bianco sia solo la sposa, a meno che non sia lo stesso dress code sull’invito a volere un outfit total white per tutti.
Proprio per le credenze di cui parlavamo prima però, c’è stato un tempo in cui anche la damigella vestiva di bianco, anche se l’abito doveva essere ovviamente meno appariscente di quello della sposa. Questo perché il bianco simboleggiava la purezza, la luce, agli antipodi del colore nero, il colore delle tenebre. Oggi è molto raro vedere una damigella in bianco, a meno che non sia la stessa sposa a richiederlo.
Si è invece più predisposti a scegliere colori pastello se il matrimonio si svolge durante una stagione calda o più forti se invece si svolge durante una stagione fredda.
Successivamente si sono messe da parte le credenze sulle divinità che per sfregio avrebbero potuto rovinare il grande giorno. La damigella ha quindi assunto un ruolo più materiale. Le famiglie degli sposi infatti dovevano apparire al meglio davanti agli occhi della comunità, per questo, per dimostrare il proprio agio economico, si sceglievano quante più damigelle possibili, da vestire con le sete più pregiate.
Superato anche questo bisogno di dimostrare il proprio status, da tantissime, quasi troppe, il numero delle damigelle è andato via via diminuendo, quasi a scomparire del tutto in alcuni casi.
Così come vuole la tradizione, le damigelle devono essere più eleganti degli altri invitati ma non devono mai sovrastare la sposa, che deve essere sempre al centro dell’attenzione.
Un tempo era proprio la sposa (o la sua famiglia) a scegliere e a pagare un abito uguale per tutte. Con l’arrivo dell’era moderna però, per evitare gelosie tra damigelle, si è scelto di far decidere a loro l’abito perfetto, almeno secondo la propria forma fisica e nel caso siano loro a pagarlo, anche secondo la propria disponibilità economica.
L’unica condizione rimane quella di rispettare la palette di colori scelta dalla sposa per il matrimonio.
Dopo tutto è il suo grande giorno!