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Era l’11 settembre 2006 quando Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini venivano uccisi a colpi di coltello e spranga a Erba in provincia di Como dal quale prende il nome la strage.
Gli autori della “mattanza” secondo le accuse erano i coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano, cosa poi confermata con la sentenza della corte suprema di cassazione cinque anni più tardi, il 3 maggio del 2011.
Ora a distanza di 16 anni, la trasmissione di Quarto Grado ritorna sul caso ripercorrendo quelle che sono state le versioni dei due coniugi. Olindo, in particolare, si era dichiarato innocente, pur confermando le aggressioni a Raffaella Castagna.
“Sono estraneo”, ha esordito cosi Olindo Romano che ha fornito una sua versione dei fatti. L’uomo, in un video mandato in onda in trasmissione, ha spiegato il motivo per il quale era in contrasto con Raffaella, una delle vittime. La donna, secondo l’uomo, faceva rumore: “Conoscevo Raffaella da 6 anni […] da quando è venuta ad abitare lì. “Litigavo sia con la moglie che con il marito […]”.
Ad un certo punto ha elencato un certo numero di screzi avvenuti con la donna: “Una volta le ho buttato un vaso di fiori, ma non l’ho presa ed è finito sul muro […] gliene dicevo di tutti colori perché non la finiva mai (tr**a, put***ana ndr.), io non ho messo il coltello nella gola del bambino”.
Sulle tracce di sangue della moglie di Mario Frigerio ha infine affermato: “Non so come ci siano finite nella mia macchina”.
Nel frattempo durante la trasmissione sono stati puntati i fari sugli elementi della scena del delitto che non sono mai stati analizzati.
Tra questi sono compresi: un capello castano di 10 cm ritrovato sulla felpa di Youssef, il giubotto di Valeria Cherubini, un accendino, un mazzo di chiavi con margherita metallica e un piccolo Winnie the Pooh, Tracce di sangue mai attribuite, uno dei telefoni di Raffaella Castagna sul quale non si è indagato per intero.