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Personaggio eclettico, donna intraprendente e consapevole del suo fascino, è stata una pittrice molto famosa nel Novecento. Ecco chi era Tamara De Lempicka, artista, viaggiatrice, che soggiornò anche al Vittoriale di Gabriele D’Annunzio, rifiutando i tentativi di seduzione da parte dello scrittore.
Tamara de Lempicka chi era: biografia
Tamara De Lempicka, nacque a Varsavia o a Mosca il 16 maggio 1898. Dopo la morte del padre, insieme alla nonna Clementine, fece il suo primo viaggio in Italia nel 1907 per visitare le varie città d’arte della penisola. Proprio in quell’occasione sorse in lei la passione per il mondo artistico. Poco dopo si trasferì a San Pietroburgo in Russia in casa della zia Stefa Jansen e incontrò Tadeusz Łempicki, l’uomo che divenne suo marito. Per conoscere il ricco avvocato, si presentò a una festa vestita da guardiana di oche, con alcune oche vive al seguito.
Durante la Rivoluzione Russa, il marito della Lempicka fu arrestato, ma venne rilasciato poco dopo grazie alle conoscenze dell’artista. I due però decisero così di trasferirsi a Parigi, dove nel 1920 nacque la loro figlia Kizette. Tamara, nella capitale francese decise di dedicarsi alla pittura e si iscrisse all’Académie de la Grande Chaumière e prese lezioni da Maurice Denis e André Lhote. Nel 1922 espose per la prima volta al Salon d’Automne e si fece strada nel mondo parigino, anche grazie agli scandali legati alla sua figura e al suo orientamento bisessuale.
Dopo il divorzio dal marito avvenuto nel 1928, la pittrice viaggiò in lungo e in largo per l’Europa e successivamente si trasferì a Beverly Hills in California con il suo secondo marito, il barone Raoul Kuffner de Diószegh. I due, convolati a nozze nel 1933, nel 1943 decisero di spostarsi a New York, dove la Lempicka continuò la sua attività di artista. Nel 1961 il barone Diòszegh morì e lei andò a risiedere prima a Houston in Texas e nel 1978 a Cuernavaca in Messico, dove morì il 18 marzo 1980.
L’arte e lo stile
La pittura della Lempicka è molto audace, spinta, erotica e ogni minimo dettaglio è curato alla perfezione. I suoi primi soggetti furono donne umili e malinconiche, rappresentate in tutte le loro angolazioni. Le figure umane hanno caratteristiche derivate dal movimento del cubismo, deformate, racchiuse in archi e curve. Sebbene la maniacalità presente, la pittura dell’artista, apparentemente fredda, è in realtà colma di sentimenti ed emozioni.
In ogni donna dei suoi quadri, c’è un pezzo di lei, bella e dannata, afflitta da costante depressione, che attraverso i soggetti artistici cerca una via di fuga in sguardi persi e lontani. I colori la Lempicka utilizza sono accesi, lisci e nitidi. Tra le diverse fasi che caratterizzano la sua vita, quella successiva agli anni Quaranta, è caratterizzata da un allontanamento dal Cubismo e da un perfezionamento della tecnica. La pittrice poi inserisce l’uso della spatola, con colori meno accesi e precisi e contorni sfocati. Dal 1962 sceglie di non esporre più in pubblico.
La bella Rafaela
Tra le opere di maggior successo c’è La bella Rafaela, in cui le luci e le ombre sono padroneggiate con grande maestria. Il soggetto è una ragazza nuda e distesa dalla grande carica erotica, come se fosse distesa sul letto dopo una notte d’amore. Tamara ebbe una relazione che durò un anno con la protagonista del quadro e la rappresentò in varie posizioni. L’illuminazione segue le curve del corpo, amplificandone le forme e i volumi, messi in risalto anche dalle ombre. Gli unici elementi di colore vivo sono il lenzuolo che avvolge il corpo sinuoso e le labbra con un rossetto rosso.