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Ecco spiegato in cosa consiste la teoria gender, vediamo il suo significato, chi è il suo ideatore, l’ impatto sociale e come la scuola affronta l’ argomento.
La teoria gender è un argomento piuttosto spinoso che ha acceso di recente numerose e vibranti polemiche, si tratta di un dibattito a sfondo religioso e ora qui cercheremo di spiegare meglio di cosa si tratta. Che cosa è la teoria gender? Si tratta essenzialmente di un neologismo nato in ambito cattolico durante gli anni novanta che si riferiva in modo critico agli studi di genere, questa locuzione è solitamente usata da chi sostiene degli studi di genere e pare nasconda un progetto mirato alla distruzione delle famiglie in senso classico e della società fondata su un ordine presumibilmente naturale.
In prima persona si espose anche Papa Francesco sul tema e questo ha inevitabilmente fatto si che la teoria gender in Italia divenne subito un argomento spinoso e di discussione di massa, ma per capire bene di cosa si tratta occorre conoscere e analizzare fino alle basi l’ argomento. La parola “gender” in inglese significa identità quindi orientamento sessuale. Per molti secoli si è utilizzato il vocabolo “sesso” per indicarcele differenze tra donna e uomo, dagli anni 50 in avanti grazie agli studi di Claude Lévi-Strauss e di Michel Foucault, si iniziò a differenziare il sesso dal genere.
Il sesso si riferisce al corredo genetico e biologico invece il genere è connesso a un complesso di meccanismi e situazioni strettamente correlate ai rapporti tra i due sessi. Nel tempo si sono sviluppate diverse teorie sul genere e ognuna delle quali ha approfondito vari aspetti della questione, non esiste dunque un’unica e sola teoria gender. Alcuni si sono concentrati su stereotipi femminili e maschili teorizzando i modelli legati ai comportamenti che sin da bambini ci sono inculcati, alle donne i lavori domestici o la cura dell’estetica e ai maschi l’esercizio del potere, questi comportamenti pare che avrebbero poi condizionato la vita del soggetto durante la crescita.
Altri invece si sono concentrati più sulla violenza teorizzando su atti di bullismo e violenza domestica, altri ancora hanno messo il focus sul fatto che la propria identità di genere non corrisponde a un orientamento sessuale necessariamente, ed essere omosessuale non vuol dire essere meno uomo o lesbiche donne solo a metà.
Molto arduo l’argomento per quanto concerne l’introduzione di questa teoria nelle scuole, molti genitori sono in protesta. A partire dal 2013 tramite il Dipartimento per le Pari Opportunità e l’UNAR (Ufficio Antidiscriminazioni) ha iniziato a proporre misure d’informazione attraverso la Strategia nazionale LGBT 2013-2015 allo scopo di combattere le discriminazioni sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
Gli obiettivi sono di ampliare le competenze e le conoscenze sulle tematiche gay, lesbo, bisessuali o transgender.
Tutto ciò è atto a combattere il pregiudizio legato all’orientamento affettivo, sono proposti corsi di formazione per genitori e si aiuta alla comprensione delle nuove realtà familiari. In particolare la formazione dovrà combattere il bullismo tra i giovani e dovrà aiutare allo sviluppo dell’identità sessuale nella fase adolescenziale, fino alla conoscenza delle nuove realtà familiari.
Il significato di gender, termine di origine inglese, identifica l’identità sessuale di un individuo che non viene stabilita dalla natura e da un dato biologico ma unicamente dalla una soggettiva percezione di ognuno di noi. Secondo la teoria del gender infatti ciascuno sarà libero di assegnarsi il genere percepito, quindi seguendo e “orientando” la propria sessualità secondo i propri istinti o pulsioni alle volte fluide quindi mutevoli. In pratica il significato di gender identifica l ‘ identità sessuale non seguendo le leggi della natura né quelle biologiche ma unicamente dalla percezione soggettiva di ognuno.
Il sesso è dunque un dato biologico e naturale, mentre il genere un dato psicologico e socio-culturale. Guardando l’ essere umano da questa prospettiva, la differenza tra uomini e donne non sono quindi più un dato oggettivo, concreto, certo ma una sorta di prodotto della cultura e della costruzione sociale dei diversi ruoli.
Le tradizionali categorizzazioni tra maschi e femmine diventano dei vecchi clichés, in sotanza solo delle categorie mentali quasi superate, inadatte secondo la teoria gender.
La parola del gender è “decostruire”, quindi cancellare la natura, tentando di smantellare un sistema di pensiero considerato obsoleto e fuori dal nostro tempo. Naturalmente tutto ciò va affrontato con intelligenza e informazione. D’altra parte occorre riflettere e pensare che anche le cose meno prevedibili poi hanno preso il sopravvento e la società si è modifcata piuttosto velocemente, non è passato poi così tanto tempo da quando la possibilità di poter indossare i pantaloni era preclusa alle donne mentre oggi è un fatto normale e non desta più alcuno scandalo.