Per concludere in bellezza il trittico di post che non c'entrano nulla con Tele dico io (ma chissenefrega), ecco l'epilogo della triste storia che ha visto protagonisti Cosimo Mele, Lorenzo Cesa ed, oggi, Pier Ferdinando Casini.
Le fervide menti dell'Udc.
Già, perchè la settimana dei cattolici in grande spolvero si sta concludendo con una schifezza di messa in scena organizzata per gettar via con la saliva i cattivi pensieri che aleggiavano da giorni. No, nessuna sputacchiata.
Come nelle migliori commedie il colpo di scena strappalacrime (si parla di risate, ovviamente) è arrivato: tutti in fila per il test antidoping programmato fuori dal parlmento. Un po' come se io vi avvertissi oggi che sabato prossimo vi fermerò sulla statale 151 per farvi un bel controllino sul tasso alcolico.
Ah, ovviamente aggiungo un particolare: potete farlo come non farlo, nessuno vi obbliga. Siete in 10 amici e 6 hanno bevuto? Nessun problema, farete fare il test ai 4 sani.
Che bello questo controllo programmato davanti ai giornalisti. Siccome Casini è pulito da oggi possiamo stare tutti tranquilli? Il test è una cosa che o si o non si fa. E se si fa lo si fa per bene (mamma che casino 'sta frase).
Con questi controlli basta non fumare o sniffare da un paio di giorni che si risulta puliti puliti.
Comunque oggi è una giornata storica: il primo giorno di agosto sarà ricordato come la giornata della rimozione dei fantasmi.
Una faticosa rimozione: programmata, prestabilita, pilotata. Insomma vera e sincera. Proprio come le dolci parole di congratulazioni che sto per dire: che bella iniziativa!
Qualcuno tuttavia ha notato qualcosa di strano. Menomale.
Mentre alcuni deputati dell'Udc e di altri partiti (Lega Nord e Forza Italia, uno di An, unico rappresentante del centrosinistra Egidio Pedrini dell'Italia dei valori) erano in fila davanti al piccolo laboratorio di analisi allestito a piazza Montecitorio per fare i test anti-droga, c'è stato un blitz di deputati antiproibizionisti.
In piazza c'erano, tra gli altri, il capogruppo Udc al Senato Francesco D'Onofrio, Michele Vietti, Gianpiero D'Alia, Carlo Giovanardi, Pier Ferdinando Casini e Rocco Buttiglione. Ma i Verdi Paolo Cento, Grazia Francescato, Luana Zanella e Paola Balducci, Franco Grillini (Sd) e Donatella Poretti (Rnp) hanno fatto irruzione fra la fila di parlamentari con mele, pere e preservativi.
«Meglio mangiare pere che farsele», ha detto Cento. «Denunciamo l’ipocrisia di questo test: come quelli antidoping bisognerebbe farli al sabato, non di mercoledì.
La sfida all’Udc è di fare il test a sorpresa, un sabato deciso dai giornalisti».
E Notiziario droghe rincara la dose (vabbè, perdonate il gioco di parole):
I test antidroga organizzati dall'Udc di fronte alla Camera dei Deputati sono una offesa a tutti quei cittadini obbligati a sottoporsi a controlli antidroga. Perche' possa davvero essere efficace, il test deve essere fatto su base obbligatoria, periodica e senza preavviso, cosi' come gia' per il doping nello sport.
Chiunque abbia un po' di familiarita' con questi test da "banchetto" (esame del sudore o della saliva) sa infatti che, passati alcuni giorni, non e' piu' possibile rilevare la presenza di sostanze illegali.
Basta quindi non fumare cannabis o sniffare cocaina per qualche giorno prima di sottoporsi al test, per poi continuare tranquillamente a sballarsi dopo. Noi siamo contrari ai test antidroga obbligatori a meno che non vi siano ragioni di sicurezza per terzi, come nel caso dei controlli sulle strade per chi guida.
Ma se i parlamentari dell'Udc o di qualsiasi altra formazione politica vogliono sottoporsi a test veri, e non a messe in scena, si uniscano dalle centinaia di migliaia di italiani denunciati o condannati per droga, costretti a fare frequentemente, ed obbligatoriamente, i test in questura o alla Asl. Solo cosi' potranno convincerci che cio' che predicano e' anche cio' che razzolano.