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La nuova legge anti aborto approvata in Texas non ha lasciato indifferenti molte donne, e neanche le Nazioni Unite. Arriva infatti dall’ONU una ferma condanna sul provvedimento, in quanto viola il diritto internazionale, sottraendo alle donne il controllo del proprio corpo e mettendo in pericolo le loro vite.
La legge anti aborto in Texas
La nuova legislazione in materia di restrizione di aborti è entrata in vigore in Texas il 1° settembre, rendendo la pratica illegale dopo sei settimane di gravidanza. La norma, infatti, vieta l’aborto da quando viene rilevato il battito cardiaco fetale, di solito intorno alle sei settimane di gravidanza, così presto che molte donne non si accorgono nemmeno di essere incinte. Non solo, la legge vieta l’aborto anche in caso di stupro o incesto, l’unica eccezione è per emergenze sanitarie documentate per iscritto da un medico.
Un altro aspetto controverso di questo provvedimento è che trasferisce la responsabilità dell’applicazione delle regole dai funzionari statali ai cittadini comuni. Tutti, infatti, sono incoraggiati a denunciare chiunque “favorisca” un aborto, con taglie di 10 mila dollari e il rimborso delle spese legali.
Legge anti aborto in Texas: la condanna delle Nazioni Unite
La Corte Suprema ha approvato la legge con 5 voti favorevoli e 4 contrari, scatenandosi addosso l’ira di molte donne e autorità. Primo fra tutti Joe Biden, che critica aspramente la decisione della Corte. Innanzitutto, ha ignorato un importante precedente legale, la sentenza Roe vs. Wade del 1973. Per il presidente, tale legge, oltre a violare apertamente un diritto costituzionale, è pericolosa per le donne, impedendo loro l’accesso a cure sanitarie di cui necessitano.
Gli fa eco anche l’Osservatorio dei diritti umani dell’ONU, condannando fermamente la decisione del governatore repubblicano Greg Abbot. Anche Melissa Upreti, presidente del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla discriminazione contro le donne e le ragazze, si è fatta sentire.
Questa nuova legge renderà l’aborto pericoloso e mortale e creerà una nuova serie di rischi per donne e ragazze. È profondamente discriminatoria e viola una serie di diritti garantiti dal diritto internazionale.
Anche per Reem Alsalem, relatore delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne la legge è fortemente pericolosa e discriminatoria.
Con questa decisione la Corte Suprema degli Usa ha scelto di calpestare i diritti riproduttivi delle donne, esponendo loro e coloro che praticano l’aborto alla violenza.
Alsalem critica soprattutto la parte della legge che rende impossibile l’aborto anche per le donne che rimangono incinte a causa di stupro e incesto. Secondo l’esperto infatti ciò aggrava il loro trauma e la sofferenza mentale e fisica.
I rischi per le donne
È un grande passo indietro per il Texas, che cancella quasi tutti progressi compiuti negli ultimi 50 anni. Per Melissa Upreti, l’inaccessibilità alle pratiche abortive non cancellerà il fenomeno, anzi. Semplicemente lo renderà più pericoloso per circa 7 milioni di donne texane, che torneranno a fare ricorso alle pratiche clandestine, mettendo a rischio la propria vita.
Secondo il diritto internazionale, i governi sono autorizzati a regolare le interruzioni volontarie di gravidanza, ma non sono autorizzati a farlo in modalità che mettano a repentaglio la vita delle donne, sottoponendole a sofferenza fisica o mentale, le discriminino o interferiscano arbitrariamente con la loro privacy. Una legge come quella texana, criminalizzando la pratica o erigendo altri ostacoli può in determinate circostanze equivalere a un trattamento crudele, degradante e disumano. Per questo, molte organizzazioni per i diritti umani, si battono per proteggere il diritto delle donne di accesso all’aborto laddove non è ancora garantito o, come in questo caso, dove venga messo in pericolo.
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