Il film originale Netflix diretto da Ryan Murphy, papà di American Horror Story, Ratched e tante altre serie tv, riunisce un cast di all-stars e parla di diversità.
Continua il sodalizio artistico tra Ryan Murphy e Netflix, in quello che è un accordo da 300 milioni di dollari per portare sulla piattaforma streaming tante storie inedite e originali. Dopo Hollywood, The politicians e l’ultimo sorprendente Ratched, Murphy è tornato a fine settembre con il film The boys in the band. Un film magico, colorato, coraggioso, che vuole combattere i pregiudizi e lo fa con un cast all-stars, con nomi del calibro di Jim Parsons, Matt Bomer, Andrew Rannels, Zachary Quinto e Charlie Carver.
Ma di cosa parla il film e perché ha avuto così tanto successo? The boys in the band è una delle piece teatrali più famose di sempre. Datato 1968, nel 2018 Ryan Murphy aveva riunito il super cast di attori capitanato da Jim Parsons per uno spettacolo teatrale che ebbe un successo clamoroso ad Hollywood.
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Dopo due anni, dunque, Murphy ha chiamato gli stessi attori e dal teatro è passato alla piattaforma streaming (Netflix) trasformando The boys in the band in un grande film.
Il film, ambientato negli anni 60, vede protagonisti un gruppo di amici tutti gay che si ritrovano in un appartamento di New York per festeggiare il compleanno di Harold (Zachary Quinto). Ad un certo punto riceve a casa Alan, un uomo bigotto che pensa che Michael (Jim Parsons), suo ex compagno di scuola e proprietario della casa, sia etero e le piacciano le donne. Da qui parte una commedia degli equivoci che finirà con un gioco telefonico crudele che farà crollare tutte le loro certezze.
Tante risate, dunque, ma anche tanta riflessione e momenti toccanti. Tutto questo è The boys in the band, disponibile su Netflix.
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