Nato come installazione artistica a Milano, è divenuto subito simbolo contro la violenza di genere.
Si tratta del muro delle bambole, o wall of dolls, costruito in diverse città italiane e da ieri 13 dicembre anche a Trieste, all’ingresso di Villa Bazzoni. Presenti all’evento l’assessore alle Pari Opportunità Francesca De Santis e le ideatrici Elisabetta Maresio e Jo Squillo.
Il progetto di “Wall of dolls” nasce come opera di strada a Milano nel 2014 da un’idea della cantante Jo Squillo.
Si tratta di una griglia appesa ad un muro cittadino su cui affiggere foto di alcune delle vittime e bambole in stoffa, sul modello delle classiche pigotte. Alla sua realizzazione avevano partecipato 50 stilisti, 20 artisti e 30 associazioni no profit e l’obiettivo comune era quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza contro le donne lanciando al tempo stesso un appello alle istituzioni. Da lì in poi i “muri delle bambole” sono apparsi in diverse città italiane, tra quelli più noti c’è quello inaugurato da Donatella Versace a Venezia nel 2019.
Dal 13 dicembre 2020 anche Trieste ha un wall of dolls sulle mura di Villa Bazzoni in Via Navali 9, nel quartiere di San Vito, grazie alla collaborazione dell’Onlus Wall of Dolls e parallelamente delle associazioni e realtà locali. Presenti all’evento l’assessore alle Pari Opportunità, Grandi eventi, Giovani e Innovazione Francesca De Santis e l’ideatrice Elisabetta Maresio. Jo Squillo in collegamento web ha commentato: “Ringrazio le associazioni e l’Assessore De Santi.
Il muro delle bambole in questi anni ha fatto il giro del mondo. La volontà è quella di creare dei punti di presidio nelle vie per cercare di cambiare questo fenomeno attraverso l’arte”.
“La violenza verso le donne è una piaga sociale che va contrasta in ogni modo, come amministrazione comunale stiamo cercando di contrastare tale fenomeno divulgando quotidianamente messaggi di contrasto, sensibilizzazione e campagne informative in merito e questo progetto rientra proprio in quest’ottica, cercare di contrastare il fenomeno e divulgare la cultura del rispetto nella nostra città!” ha dichiarato l‘assessore De Santis, che poco dopo ha appeso anche la sua bambola, simbolo di tutte le bambine vittime di violenza.
Leggi anche: Violenza donne 2020, i dati non sono incoraggianti