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Poeta neoclassico e preromantico, le opere di Ugo Foscolo sono da annoverare tra le più importanti della letteratura italiana.
Il poeta Ugo Foscolo, il cui vero nome è Niccolò, nasce il 6 febbraio 1778 sull’isola di Zante (conosciuta allora con il nome Zacinto), che all’epoca era un possedimento della Repubblica di Venezia. Suo padre era medico di vascello veneziano mentre la madre era greca. Terrà sempre alle sue origini, come afferma anche in una sua lettera:
Quantunque italiano d’educazione e d’origine, e deliberato di lasciare in qualunque evento le mie ceneri sotto le rovine d’Italia anziché all’ombra delle palme d’ogni altra terra più gloriosa e più lieta, io, finché sarò memore di me stesso, non oblierò mai che nacqui da madre greca, che fui allattato da greca nutrice e che vidi il primo raggio di sole nella chiara e selvosa Zacinto, risuonante ancora de’ versi con che Omero e Teocrito la celebravano.
Studia in Dalmazia e a Spalato, poi nel 1789 si trasferisce a Venezia con la madre e i fratelli, dove continua a studiare e ad assecondare le sue velleità letterarie. Scrive infatti già in giovane età le sue prime prove poetiche e frequenta assiduamente i salotti letterari e intellettuali veneziani. Sempre a Venezia inizia a seguire le vicende politiche e con il trattato di Campoformio del 1797, con il quale Napoleone cede Venezia agli austriaci, Foscolo deve scappare a Milano.
Si arruola poi nell’esercito francese e vaga per tutta Europa, stabilendosi infine a Londra dove riesce a guadagnare pubblicando le sue opere. Una vita di dissolutezze e sperperi però porta Foscolo al fallimento economico. Sarà nel villaggio inglese di Turnham Green che il poeta morirà il 10 settembre 1827, quando aveva solamente quarantanove anni.
Numerose le opere che Ugo Foscolo pubblicò in vita, ad esempio le famosissime Ultime lettere di Jacopo Ortis, fortemente ispirato a I dolori del giovane Werther di Goethe.
Nello stesso periodo vengono composte anche le due odi A Luigia Pallavicini caduta da cavallo e All’amica risanata. Inoltre nella raccolta dei sonetti si ritrovano alcuni dei capolavori della letteratura italiana come In morte del fratello Giovanni, Alla Musa, Alla sera eA Zacinto. Quest’ultima, dedicata alla sua terra natale, recita così nei suoi primi versi:
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar…
Nella sua breve vita il poeta Ugo Foscolo ebbe numerosi amori, testimoniati non solo dai sonetti dedicati a svariate donne ma anche dal suo epistolario. Mentre si trova in Francia all’inizio dell’Ottocento con l’esercito, conosce la donna della sua vita, l’inglese Fanny Emerytt: con lei avrà la sua figlia Floriana. La ragazza però non visse con il padre ma con la nonna materna, poiché la madre aveva sposato un altro uomo.
La giovane Floriana poi andò in cerca del padre e lo ritrovò: visse insieme a lui fino alla sua morte. Molti studiosi però obiettano che Floriana sia davvero la figlia naturale del Foscolo, ipotizzando svariate teorie sulla sua vera identità.