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La biografia, le curiosità e la vita privata dello scrittore Umberto Saba, uno dei maggiori poeti del Novecento.
Lo scrittore Umberto Poli, vero nome di Umberto Saba, nasce a Trieste il 9 marzo 1883 da genitori di origini ebraiche. Il padre, commerciante, abbandona la famiglia ancor prima che Umberto nasca: il futuro poeta cresce quindi con la madre Felicita, le due zie e per un periodo di tempo con la balia slovena detta Peppa, ma sentendo sempre la mancanza della figura paterna.
Negli studi non è brillante, quindi decide di intraprendere la carriera lavorativa, per poi iscriversi all’Università di Pisa dove frequenta corsi di letteratura, tedesco e archeologia.
Inizia a scrivere per vari giornali, poi vive a Firenze per due anni dove si inserisce negli ambienti intellettuali della rivista La Voce di Papini e Prezzolini. È del 1911 la sua prima raccolta di poesie, pubblicata a sue spese e nell’anno successivo per le edizioni de La Voce esce la second raccolta intitolata Coi miei occhi. Soffre spesso di crisi depressive: la prima si manifesta durante gli anni dell’università, in seguito ad un litigio con il migliore amico Chiesa, la seconda dopo un episodio di infedeltà della moglie e la terza in seguito alla partecipazione alla Prima Guerra Mondiale.
Nel 1922 prende vita l’opera più famosa di Umberto Saba, la raccolta di poesie Il Canzoniere. In seguito inizia a frequentare la famosa rivista fiorentina Solaria, la quale dedica al poeta triestino un numero intero. Alla fine degli anni Venti, dopo un’ulteriore crisi psicologica, va in cura dal dottore Edoardo Weiss, il quale fu il primo a introdurre le teorie di Freud in Italia. Durante la Seconda Guerra Mondiale, a causa delle sue origini ebraiche, è costretto a nascondersi prima a Parigi e poi a Firenze.
Nel dopoguerra pubblica ancora dei capolavori: Scorciatoie e raccontini e Storia e cronistoria del Canzoniere. Saba muore il 25 agosto 1957, dopo un lungo periodo passato in clinica. In questo periodo aveva scritto un romanzetto di ispirazione autobiografico, Ernesto, che però rimase incompiuto e venne pubblicato postumo da sua figlia.
Per quanto riguarda il suo nome d’arte, Saba, il poeta lo sceglie perché in ebraico significa “pane” e quindi per omaggiare sua madre, mentre l’abbandono del cognome paterno Poli è proprio in segno di disprezzo nei confronti di quel padre che li ha abbandonati.
Nei primi anni del Novecento, Umberto Saba conosce Carolina Wölfler a Trieste, detta Lina e nel 1909 si sposano con rito ebraico. Della moglie scrive:
C’era una volta un giovane (niente affatto favoloso; solo un poco inquieto, solo un poco «ammalato di nervi») che si chiamava Umberto. Nato a Trieste, ma cittadino italiano dalla nascita, faceva il soldato di leva in una città del Regno. Il primo a parlargli della Lina fu un innamorato della sorella più giovane. A tutto egli pensava, in quegli anni remoti, fuori che a sposarsi. Ottenuta la licenza, ritornò a Trieste, dove andò subito in cerca della Lina.
Sapeva che abitava in via Domenico Rossetti, ma ignorava (o l’aveva già dimenticato?) il numero della casa. Procedeva – per così dire – alla cieca, quando, alzando gli occhi ad un pianterreno, vide una donna bruna, coi capelli nerissimi, che le ricadevano inanellati fin sulle spalle, intenta ad innaffiare dei vasi di gerani, esposti, perché prendessero aria, alla finestra. Capì – sentì – subito che quella, o nessun’altra, era sua moglie. La guardò intensamente; poi disse: «Mi scusi, signorina, è lei Lina?».
Nel 1910 nasce la loro unica figlia, Linuccia, che diventò pittrice e intellettuale e sposò lo scrittore Carlo Levi, autore di Cristo si è fermato a Eboli.
Nel dopoguerra Saba si convertì al cattolicesimo, facendosi battezzare.