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Nonostante si tratti a tutti gli effetti di un diritto l’aborto viene ancora stigmatizzato troppo spesso, soprattutto dagli esponenti più religiosi.
In seguito alle difficoltà create dalla pandemia l’interruzione di gravidanza è diventata ancora più complessa. Il governo americano ha stabilito che si potrà spedire la pillola abortiva per posta negli USA. La manovra vuole tendere una mano a chi vive nelle zone più rurali e disagiate del paese. Gli stati più conservatori però si stanno già opponendo alla decisione.
Pensavamo che queste difficoltà fossero ormai alle nostre spalle, ma non è così.
Negli ultimi tempi la Corte Suprema americana sta infatti valutando se annullare il diritto all’aborto. Quest’ultimo venne ottenuto a livello nazionale nel 1973, in seguito alla storica sentenza Roe contro Wade che creò un precedente per la materia. Negli ultimi tempi sempre più stati hanno attuato restrizioni su questo diritto, a Partire dal Texas che l’ha praticamente reso impossibile. La settimana scorsa però l’autorità americana dei farmaci, la Food and Drug Administration, ha rimosso l’obbligo che imponeva alle donne di ricevere la pillola di persona.
Ora la pillola abortiva arriverà per posta, per le donne in gestazione con un massimo di 10 settimane.
La decisione andrà a sostenere tutte quelle donne che vivono in zone rurali, lontane dalle strutture mediche. Non solo: si tratta di un aiuto incredibile anche per chi abita in luoghi disagiati, in cui l’accesso agli ospedali è estremamente complesso. Sarà quindi effettuare una prescrizione online, senza la necessità di un incontro fisico per la consegna della pillola.
L’aborto farmacologico è disponibile in Usa dal 2000 tramite la Ru486 che consente un’esperienza meno traumatica a chi decide di interrompere una gravidanza. Infatti grazie ad essa non sono necessari interventi, anestesie e un ricovero ospedaliero. La pillola presenta anche un livello di pericolo per chi la assume estremamente basso.
Il rinnovamento nella somministrazione della pillola arriva in seguito alle difficoltà create dal coronavirus per l’aborto.
Sempre più donne si sono affidate alle prescrizioni telematiche, e con questa scelta in Usa gli ostacoli per questo diritto verranno parzialmente rimossi. In 19 stati americani le visite di questo genere in via telematica erano già vietate e in seguito alla decisione della Food and Drug Administration si prevedono restrizioni ancora più aspre. Queste limitazioni sono attuate negli stati più conservatori (soprattutto del sud e del midwest), e creano un’enorme disparità di diritto con gli stati progressisti.
Queste prese di posizione andranno ad arricchire un mercato nero davvero ingente negli stati in cui l’aborto subisce tutte queste restrizioni. In aggiunta, si prevede un significativo rifornimento di pillole abortive negli stati progressisti. Oltre a gestire le richieste di aborto dei propri cittadini questi stati dovranno aiutare anche chi si recherà lì dalle regioni più conservatrici. Non sono mancate le critiche degli esponenti di destra, che continuano a battersi per l’abolizione di quello che è a tutti gli effetti un diritto.