Valentino, il modello nudo con la borsa che fa gridare allo scandalo

Evelyn Novello

Nata a Milano nel 1995 e laureata in Comunicazione pubblica e d'impresa. Nel 2016 mi sono avvicinata al mondo del giornalismo e da quel momento non più smesso di scrivere.

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Viso angelico, corpo androgino e una borsa Valentino in mano.

Una delle ultime foto pubblicate dell’account Instagram di Maison Valentino ritrae il modello Michael Bailey-Gates nudo e il fatto ha sollevato qualche polemica sul web. La Maison ha presentato la foto come un inno alla “libertà d’espressione” specificando in seguito che “il male è nell’occhio di chi guarda”, ma davvero nel 2021 serviva una giustificazione?

Valentino, il modello nudo che fa scandalo

Il modello della fotografia incriminata esce da antiche colonne romane nudo.

L’aspetto del modello è androgino, ha un viso angelico e un corpo mascolino, la borsa tenuta in mano e i capelli lunghi sono gli unici indizi di una componente femminile. Lo scatto è un autoritratto del fotografo e modello Michael Bailey-Gates mentre tiene in mano (e sul piede) la borsa Roman Stud, simbolo della casa di moda romana. La descrizione del post su Instagram dice: “Una libertà di espressione e un apprezzamento per l’illimitatezza dell’individualità contraddistinguono la nuova campagna #ValentinoCollezioneMilano”.

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L’immagine è chiaramente un elogio alla fluidità di genere e vuole celebrare l’individuo in quanto tale.

Questo lo scopo del Creative Director Pierpaolo Piccioli che ha voluto fortemente Michael Bailey-Gates, modello newyorkese classe 1993 che ha costruito la sua carriera proprio grazie a un’estetica no gender. Il suo corpo incarna una bellezza libera da ogni etichetta e scegliere lui come volto di una campagna di borse significa certamente rompere degli stereotipi. “Il mio lavoro è offrire la mia visione della bellezza inserita nel tempo che stiamo vivendo, e ciò che oggi consideriamo bello è un riflesso dei nostri valori.

Stiamo assistendo a un grande, enorme cambiamento nell’umanità. I movimenti che hanno come obiettivo la consapevolezza di sé sono tutti guidati dalla stessa idea: l’evoluzione è possibile se è possibile l’uguaglianza, se è possibile l’inclusione, se i diritti umani sono protetti e la libertà d’espressione è tutelata” così ha spiegato Piccioli sul suo profilo Instagram.

Lo stesso Piccioli però, ha dovuto difendersi da polemiche generatesi proprio da quello scatto.

Tra i commenti si legge: “Questa immagine mi disturba” oppure: “Non dovrebbero vederla i bambini, è disgustoso” e poi una cascata di emoticon disgustate o arrabbiate e persone che invitano al boicottaggio. La risposta agli hater di Piccioli contiene una morale da tenere a mente: “L’odio non è una forma di espressione, l’odio è una reazione alla paura che facilmente degenera in violenza: può essere un commento o un’aggressione a due ragazzi che si baciano in metro”.

Il riferimento è al fatto di cronaca che ha da poco coinvolto una coppia omosessuale aggredita per un bacio in metropolitana e il nesso è evidente. La necessità di opporsi a qualsiasi forma di discriminazione e l’accettazione di modelli culturali diversi devono essere contenuti in qualsiasi forma d’espressione, anche in una campagna di un brand di moda. Mostrare un corpo ambiguo che incarna un diverso standard di bellezza vuol dire celebrare ogni individuo, a prescindere dal suo genere o orientamento sessuale.

Piccioli lo sa bene, e sapeva di correre un rischio ma “cambiare è possibile, sapevo che non sarebbe stato facile ma sono pronto ad affrontare le difficoltà nel nome della libertà, dell’amore, della tolleranza e della crescita” ha scritto. Intento tanto lodevole quanto necessario.

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