Valeria Bruni Tedeschi è un’attrice nata in una famiglia di artisti.
La sua vita si divide tra Italia e Francia e la sua carriera è ricca di grandi successi.
Valeria Bruni Tedeschi è nata il 16 novembre 1964 a Torino. I suoi genitori sono Alberto Bruni Tedeschi e Marisa Borini. La donna è nata in una famiglia di artisti. Il padre, scomparso nel 1996, era un imprenditore e un compositore, soprattutto di melodrammi. La madre è stata attrice e pianista.
L’infanzia di Valeria è iniziata in Italia, ma all’età di 9 anni ha seguito la sua famiglia in Francia, dopo la decisione dei genitori di trasferirsi a Parigi per via degli attentati terroristici da parte delle Brigate Rosse e del fallimento dell’azienda di pneumatici di famiglia. A Nanterre ha frequentato la scuola di teatro Ecole des Amandiers, nella quale insegnava Patrice Chereau, che è poi diventato suo mentore e l’ha portata all’interno del mondo del cinema grazie al suo Hotel de France, del 1987, in cui l’attrice ha interpretato il personaggio di Sonia, amore giovanile di Michel, interpretato da Laurent Grevill.
Ha lavorato con molti registi francesi e italiani, come Pupi Avati in Storia di ragazzi e di ragazze, con Alain Tanner L’uomo che ha perduto la sua ombra, con Giuseppe Piccioni Condannato a nozze, Claire Denis Nenette e Boni, e ancora, Claude Chabrol Il colore della menzogna, Marco Bellocchio La Balia, e molti altri. Valeria Bruni Tedeschi ha iniziato anche a lavorare come regista. Il suo primo lungometraggio? È più facile per un cammello (2003), film autobiografico in cui ha ingaggiato anche la madre.
Con questo film la donna è riuscita a vincere il Premio Louis-Delluc come miglior opera prima. Successivamente, è tornata a dedicarsi alla sua carriera di attrice collaborando con Stefano Incerti, in La vita come viene, Steven Spielberg, con Munich, Ridley Scott, in Un’ottima annata, e Gabriele Muccino, in Baciami ancora.
Valeria Bruni Tedeschi ha avuto una relazione con l’attore francese Louis Garrel, durata fino al 2012, con cui ha adottato una bambina africana, Celine.
Il loro rapporto non si è mai chiuso definitivamente, infatti, hanno continuato a collaborare, come nel suo ritorno alla regia per Un castello in Italia, nel 2013, o Les amandiers, omaggio al mentore Patrice Chereau, entrambi presentati al Festival di Cannes. L’anno seguente ha iniziato una collaborazione con Paolo Virzì, in Il capitale umano e La pazza gioia, con cui ha vinto il premio David di Donatello come migliore attrice protagonista.
Nel 2021, insieme a Jean-Luc Godard, ha firmato un appello rivolto al presidente francese Emmanuel Macron, per mantenere l’impegno della Francia nei confronti degli esiliati italiani per cui è stata richiesta l’estradizione. Inoltre, ha partecipato insieme a Diane Krueger in H24, una serie di cortometraggio con lo scopo di sensibilizzare il tema degli abusi sulle donne e spingere a denunciare. Una serie presentata in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Valeria Bruni Tedeschi è anche una grande appassionata di yoga. La donna lo pratica ogni giorno per il suo benessere e per riuscire a mantenersi sempre in forma.