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Fausto Brizzi è stato ospite a Verissimo da Silvia Toffanin e ha raccontato del duro periodo che ha affrontato dopo le accuse di molestie sessuali.
Il regista ha rivelato anche chi sono state le persone che, nonostante tutto, gli sono state vicine. Un uomo distrutto da quanto avvenuto in questo lungo anno, ma che ha trovato comunque la forza di reagire.
Fausto Brizzi, dopo le accuse di molestie sessuali, è tornato in televisione e ha scelto Verissimo per raccontare quello che ha vissuto in questo lungo anno. Il regista, al cinema con ‘Modalità aereo’, ha voluto parlare di quello che è successo dopo che Le Iene ha diffuso le testimonianze di alcune attrici che lo accusavano di molestie sessuali.
Brizzi ha dichiarato: “Bisogna sempre e comunque mantenere l’ironia perché ti salva. Ma alla fine un calcio nel posteriore aiuta a resettare la propria vita in meglio, a guardare meno volte il telefonino e a fare in modo che le persone a cui vuoi bene, stiano bene. La vera terapia di quest’anno è stata circondarmi di persone che mi volessero bene. Questa cosa mi ha permesso di passare da duemila a cento numeri sulla rubrica del cellulare.
Improvvisamente capisci chi sono le persone superflue e quelle fondamentali”. In questo periodo, Fausto ha fatto un profondo viaggio dentro se stesso e ha cercato di circondarsi solo di persone che hanno sempre creduto in lui e che gli hanno teso una mano. Brizzi prosegue: “È stato un periodo un po’ rocambolesco, in cui sfuggivo ai giornalisti e in cui molte persone, che pensavo semplici conoscenti, invece mi hanno dato le chiavi della loro casa in caso di emergenza.
Giravo con le chiavi di una quindicina di abitazioni sparse in tutta Italia anche perché i miei amici mi volevano vedere in casa”. Il nome del regista romano, dopo le accuse di molestie sessuali, è finito al centro del mirino e sono state tante le attrici che si sono schierate contro di lui, ma altrettante lo hanno difeso. Fausto ha dichiarato che in questi 365 giorni la sua unica medicina, oltre all’affetto della famiglia e degli amici, è stato il lavoro che, per sua stessa ammissione, è stato “terapeutico”.
Brizzi, nonostante la risonanza del suo caso, è da poco tornato al cinema con il film ‘Modalità aereo’, la storia di un uomo che si vede stravolta all’improvviso l’esistenza. Grazie a questo lavoro, Fausto è riuscito anche ad analizzare la sua vita, perché come il protagonista della pellicola, anche lui se l’è vista stravolgere dall’oggi al domani. Il regista ha raccontato: “È stato un anno complicato, in cui il mio obiettivo era trovare l’umore giusto per scrivere un film divertente e ‘Modalità aereo’ lo era.
Quando Paolo Ruffini me l’ha portato ho capito che era terapeutico: era la risposta pop a tutto quello che mi stava succedendo. E il lavoro è stato una cura”. Proprio Ruffini, suo amico da sempre e protagonista del nuovo film, è stato uno dei pochi a stargli vicino in questo difficile periodo e a fargli capire il vero significato della parola “resilienza”. Paolo infatti, lo scorso anno, ha realizzato un documentario sulla resilienza, che in questa fase della sua vita è stato molto importante per Fausto.
Brizzi ha aggiunto: “Non bisogna scoraggiarsi davanti a una difficoltà apparentemente insormontabile perché la puoi fronteggiare, aggirare e trasformare in qualcosa di buono. Il percorso è complicatissimo e il documentario di Paolo parla proprio di questo atteggiamento. È stata una delle persone che più mi è stata vicina in quest’ultimo periodo, con mia madre, Claudia, gli amici e la mia bimba di tre anni”. Non sappiamo se le accuse che Fausto ha ricevuto siano vere, anche perché se dovessimo basarci sulle sentenze le dovremmo prendere per false, ma non è questo il luogo dove giudicare un tema così delicato.