Luigi Mastroianni, ospite dell’ultima puntata di Verissimo, ha parlato del bellissimo rapporto che ha con il fratello Salvo.
L’ex tronista di Uomini e Donne si è commosso, ricordando le difficoltà che lui e i suoi genitori hanno dovuto affrontare per combattere i pregiudizi.
Ospite dell’ultima puntata di Verissimo, Luigi Mastroianni ha parlato con Silvia Toffanin del bellissimo legame che lo unisce al fratello Salvo. Quest’ultimo, nella seconda parte dell’intervista, ha fatto il suo ingresso in studio, felice come non mai di essere in televisione.
L’ex tronista di Uomini e Donne, che a breve uscirà in libreria con la sua prima opera dedicata proprio al familiare, si è commosso più volte, soprattutto quando ha ricordato l’infanzia. Luigi non ha mai visto Salvo come un “diverso“, ma le persone hanno fatto di tutto per convincerlo del contrario. Ha raccontato:
“Abbiamo due anni e mezzo di differenza io e lui. Il primo ricordo che ho di lui risale a prima della sua nascita, quando mamma e papà mi dissero che avrei avuto un fratellino ‘diverso’. Io in un primo momento non capivo, poi è nato e io non ho mai avvertito questa diversità. Volevo bene a mio fratello a prescindere, solo che lo vedevo poco, in quanto i miei genitori impiegavano più tempo nei suoi confronti e mi lasciavano dai nonni”.
Luigi ha poi raccontato un aneddoto del passato molto doloroso. Quando sua mamma ha provato ad iscrivere Salvo all’asilo ha incontrato molte difficoltà. Alcuni genitori, infatti, le avevano consigliato di “chiudere in gabbia” il bambino. Mastroianni ha dichiarato:
“Quando mamma ha provato a iscrivere Salvo all’asilo, gli altri genitori hanno esternato timore che potesse essere violento. Dopo pochi giorni, Salvo ha abbracciato una compagna, sono caduti entrambi e la piccolina si è rotta il braccio. La madre di quest’ultima se la prese con le maestre, perché ree di non avere tenuto in gabbia Salvo”.
L’ex tronista e suo fratello Salvo hanno lasciato lo studio di Verissimo lanciando un messaggio importante: “down” o “mongoloide” non sono un’offesa, ma termini che non vanno utilizzati in modo improprio.