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Nella Capitale stanno proliferando le vespe orientalis, definite più aggressive e velenose rispetto alle specie comuni che già conosciamo.
Si distinguono per la presenza di particolari fascette gialle sia sulla testa che sull’addome. A Roma non veniva segnalata dagli anni ’50, secondo l’etologo e zoofilo naturalista Andrea Lunerti.
Andrea Lunerti spiega che le vespe orientalis hanno la capacità di orientare, in modo parziale, il pungiglione. Per questo possono colpire anche lateralmente rispetto al proprio corpo. Inoltre, sono più velenose.
A dispetto di quanto si possa credere, considerato il nome della specie, si tratta di esemplari presenti in Italia già da tempo, soprattutto al sud. Di recente però, sembra che si stiano spostando più a nord. Nel 2020, ad esempio, erano state segnalate a Genova, in Liguria.
A Roma, invece, potrebbero aver trovato l’ambiente giusto per proliferare. Lunerti dice “questa vespa si nutre solitamente di rifiuti organici. Per questo è attratta dall’immondizia e si dirige verso essa”.
A Roma non si è nuovi a invasioni poco gradevoli, come i cinghiali e i topi che avevano portato il sindaco Gualtieri ad accelerare le operazioni di smaltimento di rifiuti lungo le strade della città. Secondo le sue dichiarazioni, l’emergenza sarebbe rientrata entro una settimana. Una promessa che però non è stata mantenuta del tutto: i netturbini del gruppo Lila, infatti, affermano che la situazione in periferia non è affatto migliorata e la Capitale versa in una condizione d’emergenza generale.
L’azienda Ama invece tenta di correre ai ripari: “Sono state raccolte, negli ultimi 2 giorni, più di 5mila tonnellate di rifiuti indifferenziati.
Perciò il complessivo di questi 9 giorni si alza ad oltre 20mila tonnellate”.
Nelle zone di Monteverde vecchio, Trastevere e in strade come via D’Amelio e Val Cannuta sono intervenute delle squadre mirate per lo spazzamento e il lavaggio.