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Ema Stokholma, ospite di Vieni da me, ha parlato della sua infanzia e delle continue violenze subite da sua madre. La deejay e conduttrice ha anche presentato il libro “Per il mio bene”, in cui racconta tutta la verità sul genitore. Ha ammesso che lo ha fatto per dare voce a tutti quei bambini che si sono trovati o si trovano a vivere una situazione familiare simile.
Vieni da me: Ema Stokholma
Ema Stokholma, reduce dal successo alla conduzione del PrimaFestival insieme a Gigi e Ross, è stata ospite dell’ultima puntata di Vieni da me. La deejay e conduttrice ha parlato con Caterina Balivo di una parte molto delicata della sua vita, l’infanzia. Questa è stata segnata dalle continue violenze di sua madre ed Ema ha provato a raccontare tutta la verità nel libro “Per il mio bene“. La Stokholma ha dichiarato:
“Le urla a casa mia c’erano. Nelle case di molti bambini ci sono le urla. Per questo ho scritto la mia storia. Mio padre è sparito, il mio nucleo familiare era mio fratello e mia madre. Che delusione il primo pugno di mia madre. Fermò la macchina di botto, si girò e me lo diede. Mi picchiava quando avevo 5-6 anni, diceva che andavo con gli uomini. Ho odiato profondamente mia madre, a volte volevo ucciderla”.
Le parole di Ema sono un pugno allo stomaco. E’ stata vittima di violenza dalla persona più importante della sua vita: la mamma. Nessun bambino merita un trattamento del genere, nessuno.
L’infanzia di Ema
La Stokholma ha proseguito: “Io non voglio fare vittimismo, ho superato la cosa e vado in analisi, ma il libro l’ho scritto per dare un segnale. Dobbiamo aiutare i bambini e anche i genitori, mia madre poteva e doveva essere aiutata”. La deejay e conduttrice ha raccontato che sua mamma non ha mai avuto una diagnosi specifica, ma ha sottolineato che qualche medico o chi per lui avrebbe potuto aiutarla. Ema ha dichiarato:
“Tornavo a casa e ci picchiava. Credo che lei non stesse bene. Non c’è mai stato nessun aiuto psicologico e nessuna diagnosi. Aveva molti problemi mentali. Le dava fastidio anche la mia fisicità. Mi svegliavo, si svegliava e magari diceva che avevo gli occhi strani e partivano le botte. Non riuscivo mai a parlare con lei, lei sembrava quasi che non capisse. Per lei quello che accadeva semplicemente non accadeva. Era molto spiazzante. Ce l’aveva anche con mio fratello, ma lo faceva sempre da separati. Faceva in modo che non lo sapevamo, ma sapevo quando toccava a mio fratello e tiravo un sospiro di sollievo quando toccava a lui”.
In conclusione, la Stokholma ha ammesso che ha provato anche a recuperare un rapporto con il padre e che in parte ci è riuscita, ma non gli ha mai raccontato tutta la verità sulla sua infanzia.
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Un post condiviso da Vieni da me (@vienidamerai) in data: 26 Mag 2020 alle ore 8:21 PDT