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Nell’ultima puntata di Vieni da me, Caterina Balivo ha ospitato Marco Sentieri e con lui ha affrontato il tema delicato del bullismo.
Il cantante, reduce dal 70° Festival di Sanremo con il brano ‘Billy Blu’, ha fatto una confessione molto intima e ha parlato di come i bulli abbiano condizionato la sua vita.
Marco Sentieri ha portato sul palco dell’Ariston un brano da pelle d’oca: ‘Billy Blu‘. La canzone affronta il tema del bullismo e ne fornisce una ‘soluzione’ un tantino diversa rispetto al solito.
Il cantante è convinto di una cosa: al bullo bisogna tendere la mano. Il brano portato al settantesimo Festival di Sanremo racconta la storia di un ragazzo che riesce a perdonare il suo ‘aguzzino’ e ad aiutarlo ad emergere, ad abbracciare una vita nella pace. Marco ha dichiarato: “La persona disagiata era il bullo e non Billy: il testo ci fa capire che bulli non si nasce ma ci si diventa.
È un tema a cui tengo molto, perché sono padre ma non solo: crescendo ho scavato nei miei ricordi e mi è venuto in mente ciò che ho subito io alle elementari. Ero un po’ più paffutello, ero un po’ goffo e venivo preso in giro per i miei difetti fisici e per il mio accento. Vengo da un paese che amo tantissimo ma che è indubbiamente non facilissimo, c’era una sorta di abuso: ero quello un po’ più timido e subivo questa cosa”.
Marco spera che il suo messaggio contro il bullismo venga accolto e che in molti possano almeno provare a tendere una mano. Il bullo appare forte, ma in realtà è solo per debolezza che fa male agli altri.
Marco conosce bene il tema del bullismo perché lo ha provato sulla sua pelle. Non sono stati solo i coetanei, però, ad averlo umiliato ma anche gli adulti. Sentieri ha raccontato: “Ora ricordo tutte quelle cose che ci sono state, come la maestra delle elementari.
Era un po’ una maestra pazzoide, ricordo che per metterci in castigo ci diceva di abbassarci i pantaloni per vergognarci. Era un po’ particolare, sì. Mi sfottevano anche per la musica, non era come adesso: dicevano ‘ma che devi fare, fagli imparare un mestiere’, ‘non si vive di musica’. Fortunatamente i miei genitori mi hanno sempre sostenuto, io sono l’unico della mia dinastia che sta provando a vivere di musica”.
Fortunatamente Marco ha avuto al suo fianco dei genitori che l’hanno sempre appoggiato nelle sue scelte e, soprattutto, compreso. Oggi che è papà si rende conto ancora di più di quanto sia importante avere la serenità in casa. Non a caso, ha confessato che, finito il Festival di Sanremo, non vedeva l’ora di tornare a casa per abbracciare i suoi figli. Ha ammesso: “Ieri sono finalmente tornato a casa, mi mancavano da morire.
Me li sono spupazzati per bene. I miei figli sono la cosa più importante”. La sua maestra delle elementari, la stessa che costringeva gli alunni ad inutili umiliazioni, avrà ascoltato ‘Billy Blu‘? Ce lo auguriamo.