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Il nome della scrittrice britannica si unisce a quelli di James Joyce, Thomas Mann e Franz Kafka, tutti nomi di grandi innovatori del romanzo moderno. Virginia Woolf fu scrittrice, saggista e critica di forte personalità, che emerse anche nel suo impegno a favore dei diritti civili e della parità tra i sessi. Due sono i punti di forza che hanno reso questo personaggio così straordinario per la letteratura e per la storia: la tecnica del monologo interiore con cui nei suoi romanzi esprime i pensieri dei suoi personaggi sperimentando con le strutture di spazio e di tempo, e i contenuti dei suoi saggi e dei romanzi, che hanno fatto di lei uno dei personaggi chiave del femminismo.
Adeline Virginia Woolf nasce a Londra il 25 gennaio 1882. Il padre, sir Leslie Stephen, è un autore e un critico, mentre la madre è Julia Prinsep-Stephen, una modella. Insieme alla sorella Vanessa viene educata in casa, mentre i fratelli maschi studiano a scuola e frequentano poi l’università di Cambridge. Uno stato di minorità viene quindi imposto alle due sorelle, ma questo non impedisce loro di saccheggiare la biblioteca paterna e formarsi grazie all’aiuto dei genitori. Nel corso della sua adolescenza la scrittrice è vittima di due gravi episodi che la turbano profondamente, segnandola inevitabilmente per il resto della vita.
Prima la morte della madre, quando è ancora una ragazzina, poi quella della sorellastra Stella e del padre, conducono Virginia, già molto fragile di carattere, alla prima crisi psichica. A questo trauma si aggiungono le violenze sessuali subite da parte del fratellastro George, che contribuiranno a minare la stabilità mentale di Virginia. Le difficoltà della vita la portano molto presto a soffrire di nevrosi.
Insieme al fratello Thoby e alla sorella Vanessa, Virginia lascia la casa paterna per trasferirsi nel quartiere di Bloomsbury. In quell’anno la scrittrice inglese prende parte così alla fondazione del Bloomsbury set, un gruppo di intellettuali formato da personalità appassionate di narrativa e poesia, di saggistica, di musica, di arte, e persino di economia. È proprio qui che la scrittrice incontra quel Leonard Woolf che Virginia, proponendosi lei per prima, sposerà nel 1912 prendendone il cognome. In questi anni dà ripetizioni alle operaie la sera in un collegio di periferia, medita nei gruppi delle suffragette e comincia a dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, cimentandosi nel giornalismo, nella narrativa e nella saggistica.
Nel 1912 sposa Leonard Woolf, teorico politico. Nonostante la sua grandezza letteraria ormai riconosciuta e la stesura del suo primo racconto, “The Voyage Out“, Virginia Woolf continua ad avere numerose crisi psichiche e soffre di una grave depressione da cui fatica a riprendersi e che la portano a un primo tentativo di suicidio.
Tre anni dopo la scrittrice realizza il brillante romanzo “La crociera“, con i primi accenni di monologo interiore ma legato ancora alla tradizione letteraria ottocentesca. Nel 1917, insieme al marito Leonard, apre la casa editrice Hogarth Press, dove si dedica alla pubblicazione delle opere talenti letterari ancora emergenti come Katherine Mansfield e T. S. Eliot.
Intanto continua a scrivere: pubblica prima il romanzo “Kew Gardens” e successivamente “Notte e giorno“, accolti con grande entusiasmo dalla critica letteraria.
Virginia Woolf ha fatto la storia della letteratura moderna come madre dello stream of consciousness. Se il monologo interiore era meno potente nelle prime opere, come nel romanzo La crociera, sarà approfondito e magistralmente sviluppato nei testi successivi come La signora Dalloway, del 1925 e Gita al faro, del 1927, romanzi in cui l’autrice indaga ogni aspetto dell’esistenza, passando dall’esteriore all’interiore tramite una poetica che si sofferma sull’impressione che i piccoli elementi, movimenti, sguardi, possono generare nel personaggio.
Un anno dopo realizza “Orlando“, ispirato dalla storia di Victoria Sackville-West. In questo periodo l’autrice milita nel movimento femminista inglese, battendosi per il suffragio femminile. L’ideologia femmista è la base del saggio “Una stanza per sè” in cui analizza la discriminazione femminile attraverso il personaggio, da lei ideato, Judith.
La sua attività letteraria prosegue, tra il 1931 e il 1938, con la stesura dell’opera “The Waves”, seguita da “The Years” e “Le tre ghinee”.
Nella sua vita Virginia Woolf ebbe due grandi amori: il marito Leonard Woolf e la scrittrice Vita Sackville-West che ispirerà a Virginia una delle sue opere più visionarie, il romanzo Orlando, del 1928. Leonard è stato il perno fisso della vita di Virginia Woolf, un compagno nella gioia e nel dolore, che si prende quotidianamente cura di lei, della sua fragilità e delle sue crisi depressive.
A Vita Sackville-West, invece, Virginia è legata da un amore e una confidenza profondissimi. Sackville-West frequentava il circolo di Bloomsbury, il gruppo di artisti e letterati del quale facevano parte anche Virginia Woolf e il marito Leonard. Proprio in quell’ambiente assai stimolante nacque l’amicizia tra Vita e Virginia che, con il passare del tempo, divenne un grande amore.
Colpita ancora una volta dalle sue crisi depressive, che diventano via via sempre più acute nel corso della sua vita, non riesce a vivere momenti di serenità. Il 28 marzo 1941 Virginia Woolf decide di porre fine alla sua esistenza, suicidandosi per annegamento nel fiume Ouse, non lontano dalla sua abitazione.