Chi era Vittorio Gassman: curiosità sull’attore italiano

Vittorio Gassman, grande attore, regista, sceneggiatore e scrittore italiano, è morto a Roma nel 2000.

Vittorio Gassman è stato un grande attore, regista, sceneggiatore e scrittore italiano. Il suo è stato un volto importante sia per la televisione che per il cinema e il teatro. Morto a Roma nel 2000, Vittorio, conosciuto anche con il sopranno di “mattatore”, rimarrà per sempre un pezzo fondamentale della storia del nostro paese. Cosa sappiamo di lui?

Vittoria Gassman: chi era?

Vittorio Gassman è nato a Genova il 1° settembre del 1922 da Heinrich Gassman, un ingegnere edile tedesco, e da Luisa Ambron, pisana di religione ebraica. Da giovanissimo si è trasferito a Roma dove ha ottenuto la maturità classica e si è poi iscritto all’università, scegliendo la facoltà di giurisprudenza. Vittorio, attratto dal mondo della recitazione, ha interrotto gli studi per iscriversi all’Accademia d’Arte Drammatica. Nel 1943 ha fatto il suo debutto in teatro a fianco di Alda Borelli ne “La nemica” di Dario Niccodemi. Ben presto, grazie al suo temperamento, Gassman ha ottenuto il soprannome di “mattatore”. Vittorio ha continuato a lavorare in teatro affiancando personalità degne di nota come Guido Salvini, Luigi Squarzina e Luchino Visconti. Successivamente, Vittorio è diventato attore di una sua compagnia e il repertorio di quel tempo è davvero vasto: “Un tram che si chiama desiderio” di Williams, “Oreste” di Alfieri, “Amleto” e “Otello” di Shakespeare, “Kean, genio e sregolatezza” di Dumas e “Adelchi” di Alessandro Manzoni. Una menzione a parte la merita la sua versione scenica del dramma “Affabulazione” di Pier Paolo Pasolini.

Il successo di Gassman

Nel 1959, Vittorio ha debuttato in televisione con la trasmissione di intrattenimento “Il mattatore”, per la regia di Daniele D’Anza, che ottiene un grande successo. A partire dal 1946, Vittorio ha ottenuto grandi meriti anche al cinema. Tra i suoi tanti film ricordiamo: “I soliti ignoti” (1958) e “La grande guerra” (1959) di Mario Monicelli, “Il sorpasso” (1962) e “I mostri” (1963) di Dino Risi, “L’armata Brancaleone” (1966) di Monicelli, “L’alibi” (1969) di cui è anche co-regista, “In nome del popolo italiano” (1971) e “Profumo di donna” (1974) di Dino Risi, “C’eravamo tanto amati” (1974) e “La terrazza” (1980) di Ettore Scola, “Anima persa” (1977) e “Caro papà” (1979) con Risi, “Un matrimonio” (1978) e “Quintet” (1978) di Robert Altman, “La famiglia” (1987) di Ettore Scola, “Lo zio indegno” (1989) di Franco Brusati e “Tolgo il disturbo” (1990) di Risi. Ovviamente, queste sono solo alcune delle pellicole dove Vittorio ci ha mostrato il meglio di sé e ci ha incantato con le sue interpretazioni.

La vita privata di Vittorio

Vittorio era un uomo di grande bellezza, affascinante e con la battuta sempre pronta. Ha avuto tantissime donne, ma ne ha sposate solo tre. La prima moglie è stata Nora Ricci e con lei ha messo al mondo la primogenita Paola, attrice anche lei. La seconda unione è stata quella con Shelley Winters, dalla quale ha avuto la seconda figlia Vittoria, che ha sempre vissuto negli Stati Uniti. Dopo la separazione da lei, Gassman ha avuto una relazione molto importante con Juliette Mayniel, dalla quale ha avuto il famoso attore e regista Alessandro. La terza moglie è stata Diletta D’Andrea, dalla quale ha avuto Jacopo, diventato anche lui regista. Inoltre, tra il 1953 e il 1960, Vittorio ha avuto una lunga storia d’amore con Anna Maria Ferrero. Molto probabilmente, l’indimenticabile “mattatore” era affetto da sindrome bipolare, ma non si hanno conferme. Ha sofferto di depressione e ha spesso raccontato delle sue lotte contro i “demoni interni”. Vittorio è morto a Roma il 29 giugno del 2000 per un improvviso arresto cardiaco. Sepolto nel Cimitero del Verano della Capitale, precisamente nella cappella di famiglia dell’ultima moglie, sulla lastra di pietra a forma di libro che è all’esterno della tomba si legge: “Non fu mai impallato!”. Questo epitaffio è stato fortemente voluto da Vittorio stesso e anche questo piccolo particolare testimonia quella che è stata la sua grandissima personalità.


Scritto da Fabrizia Volponi

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