White flight, cos’è il volo della segregazione che esiste ancora oggi

Il "volo della segregazione" o "white flight" è stato uno dei modi di discriminare la popolazione afroamericana, e, in parte, esiste ancora oggi.

Fenomeno sociale che si diffuse negli anni Sessanta, il “volo della segregazione” è l’espressione che indica quanto, dopo la fine della schiavitù, l’arrivo della popolazione afroamericana fosse indesiderato negli USA. I cittadini bianchi, infatti, lasciarono i quartieri centrali per trasferirsi nei sobborghi, così da isolare la popolazione black. Ebbe così inizio la segregazione.

Volo della segregazione, le origini

Nel 1865 venne firmata la ratifica del tredicesimo emendamento ma la mentalità razzista sarebbe continuata ad esistere. Abolita la schiavitù, si trovò un nuovo modo per isolare la popolazione afroamericana, nonostante qualsiasi processo di divisione delle etnie fu, dagli anni Sessanta, giudicato incostituzionale. I retaggi di secoli di discriminazioni legali rimasero nella pratica e, in una delle tante forme, presero il nome di White flight o “volo della segregazione”.

Nel Dopoguerra, con la tensione razziale alle stelle, alcuni proprietari di case bianchi iniziarono a temere l’arrivo della popolazione afroamericana nei loro quartieri e così iniziarono a muoversi di conseguenza. I bianchi iniziarono a spostarsi nelle periferie o in campagna per crearsi una propria comunità omogenea sul piano razziale. Questo fenomeno è stato chiamato dagli studiosi moderni “volo della segregazione”, un modo per segregare la comunità black anche quando ogni forma di segregazione era diventata illegale.

Volo della segregazione, le conseguenze

Il fenomeno del white flight è stato una risposta alla gentrificazione. Quando la popolazione afroamericana iniziò a provare a far parte della classe media americana, i bianchi che ne facevano parte iniziarono ad allontanarsi. Così come, non appena fu decisa la parità sostanziale, i ricchi bianchi iniziarono a scappare dai loro stessi quartieri. Questo comportò un cambiamento del costo della vita e delle abitazioni rivoluzionando e cambiando il mercato immobiliare. Questo può e deve farci riflettere sul potere che hanno avuto i bianchi nel creare oscillazioni economiche e sociali: gli spostamenti e i cambiamenti attuati in quegli anni hanno causato ripercussioni tangibili come la riduzione del capitale della città in riferimento alle scuole, alle infrastrutture e più in generale alle risorse della comunità.

volo della segregazione

Volo della segregazione oggi

I dati sugli eventi che avvengono oggi in America dimostrano che il problema della percezione delle diverse etnie esiste ancora. Lo studio del Pew Research Center, che si occupa di studiare le tendenze sociali e demografiche negli Stati Uniti, nel 2019 ha pubblicato uno studio sulla percezione del razzismo e ne è emerso che il 64% dei neri afferma che il Paese non ha ancora dato ai neri gli stessi diritti dei bianchi. Anche il Southern Poverty Law Center ha dimostrato che l’odio razziale è ancora un problema irrisolto: gli analisti hanno mappato i gruppi d’odio contro le popolazioni non bianche risalenti al 2019 dichiarando di tenere sottotraccia 1600 gruppi estremisti che operano in tutto il Paese.

Michelle Obama, avvocatessa e ex first lady, in occasione del terzo summit annuale dell’Obama Foundation a Chicago, ha parlato del fenomeno del White flight perché cresciuta lei stessa in quel periodo. “Parlo di questo nel mondo perché voglio ricordare alla gente bianca che stavate scappando da noi e state ancora scappando – e prosegue – quando ci siamo trasferiti, i bianchi si sono trasferiti, perché avevano paura di ciò che rappresentavano le nostre famiglie”.

La scelta di parlare del “volo della segregazione” proprio nella città di Chicago non è stata casuale. Michelle Obama è cresciuta nel South Side della città dell’Illinois e, secondo lo studio del 2017 del Metropolitan Planning Council di Chicago, la città aveva un problema acuto di segregazione razziale soprattutto in campo economico. La città è infatti stata classificata come la quarta più segregazionista del Paese secondo Usa Today Money e, nel South Side di Chicago, quasi tutti gli studenti sono afroamericani e l’8% vive in condizioni di povertà. Qui la violenza è molto più frequente che altrove e i bianchi hanno più facilmente accesso all’istruzione e ad una posizione finanziaria di alto livello. I retaggi di secoli di schiavitù sono evidentemente ancora visibili e movimenti come il Black Lives Matter dimostrano quanto il colore della pelle sia ancora motivo di discriminazione.

Leggi anche: White fragility, la difficoltà dei bianchi nell’affrontare il razzismo

Scritto da Evelyn Novello

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