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Amante dei dettagli, ossessionato dai dettagli, personalità eccentrica e talento innegabile: ecco chi era lo stilista Walter Albini, che ha contribuito alla nascita del prêt-à-porter.
Walter Albini è stato uno dei più grandi stilisti italiani del Novecento. La sua vita, seppure breve, è rimasta indelebilmente un punto di riferimento per la moda. Negli anni, la sua storia si è intrecciata con quella di altri grandi nomi della moda, tra tutti Coco Chanel e Karl Lagerfeld unendo di fatto passato e futuro.
Gualtiero Angelo Albini è nato a Busto Arsizio, in provincia di Varese, nel 1941.
Sin da piccolo manifesta la passione per la moda, tanto che frequenta, dopo aver abbandonato gli studi classici, l’istituto d’Arte, Disegno e Moda di Torino. A soli 17 anni inizia a collaborare con giornali e riviste di moda.
Tra le prime collaborazioni c’è quella di illustratore per la rivista diretta da Silvana Bernasconi, “Mamme e Bambini”. A soli 20 anni si reca quindi a Parigi per perfezionare la sua tecnica e lavorare per un’agenzia di stilismo per la quale realizza maquette per tessuti.
Proprio in questa occasione nasce il suo amore per il talento di Coco Chanel.
Albini ritorna in Italia dopo aver incontrato Mariuccia Mandelli, per la quale cura la linea Krizia Maglia, incontrando il giovane Lagerfeld ai suoi esordi. Gli anni Sessanta danno avvio a molte collaborazioni e consulenze con aziende e boutique, come Cole of California, Gianni Baldini, Billy Ballo e Cadette.
Alla fine degli anni Sessanta Albini è ormai uno stilista apprezzato e disegna per le principali case di moda italiane, pensando il vestito in chiave unisex.
Il grande cambiamento per Walter Albini arriva nel 1973, quando, dopo aver rotto tutti i contratti con le grandi case di moda, presenta a Londra una nuova linea uomo-donna con il suo nome. Contemporaneamente apre una boutique a Milano e compra casa a Venezia, luogo in cui ambienta una memorabile sfilata.
Lui stesso, incarnando alla perfezione il suo credo e il suo personaggio, fa della creatività il senso della vita. In tal senso, ad esempio, arreda le case in un proseguo con le sue collezioni di moda, disegnando non solo tessuti, ma anche la mobilia e l’oggettistica.
Un altro passo fondamentale per la sua carriera è avvenuto nel 1975, quando, a Roma, presenta la sua prima collezione d’alta moda ispirata a Chanel.
Il suo slogan “L’alta moda è morta, viva l’alta moda” è diventata una massima.
L’ispirazione hollywoodiana che lo ha caratterizzato nei primi Settanta, fa spazio poi alle influenze russe, tanto che ricrea l’uniforme operaia posando all’uscita di una fabbrica.
Negli anni Ottanta la stampa è poco interessata ai progetti di Albini, infatti lo stilista si dedica all’illustrazione di un libro di poesie e ricomincia le collaborazioni con le ditte esterne.
Nel frattempo la sua salute fisica peggiora gradualmente, sino ad arrivare alla tragica fine nel 1983.
Walter Albini è stato nella sua vita un personaggio molto discusso, criticato e amato.
La sua eccentricità e il suo talento hanno dato il via alla nascita del prêt-à-porter. Innovazione con basi ben solide al passato è stata la chiave del suo successo.
Grazie a lui si è vista la donna in giacca, pantaloni e chemisier. Grandissima importanza ha dato ai dettagli, alle piccolezze e agli accessori, per lui ancora più importanti dell’abito stesso e a cui si deve dedicare enorme cura. Così nella vita e nel lavoro, il perfezionismo è stata la base delle sue scelte e delle sue creazioni.
Tra le sue innovazioni c’è anche l’introduzione, durante le sfilate, della musica al posto dello speaker. Una modalità che ancora oggi viene seguita.
La sua morte, avvenuta quando Albini aveva solo 42 anni, ha contribuito a rendere ancora più studiata e imitata la sua figura, contribuendo anche a una sorta di idealizzazione.