Argomenti trattati
Riconosciuto a livello internazionale per i suoi romanzi fantascientifici, William Gibson è uno dei più grandi esponenti del cyberpunk. Scopriamo la sua storia, il suo esordio e il successo come scrittore.
Chi è William Gibson
William Ford Gibson, nato a Conway il 17 marzo 1948, è uno scrittore statunitense. Cresce nella Carolina del Sud con il padre imprenditore, noto per aver installato impianti igienici presso l’Oak Ridge National Laboratory, e la madre. Durante gli anni in collegio scopre la filosofia hippy rimanendo fortemente affascinato da questa mentalità. L’uso di droghe leggere lo porta però ad essere espulso e litigare con la famiglia da cui è costretto a tornare.
Intorno ai 19 anni si trasferisce quindi in Canada dove riesce ad evitare l’arruolamento obbligatorio per il Vietnam. Si iscrive alla facoltà di letteratura inglese di Vancouver per poi partire verso l’Europa dove viaggia per un anno intero. Parte insieme a quella che sarà sua moglie e decide di tornare a Vancouver così da consentirle di concludere i suoi studi.
L’esordio di William Gibson
Nel corso degli anni ’70 si dedica alla scrittura pubblicando “Frammenti di una rosa olografica”, opera inserita nella raccolta “La notte che bruciammo Chrome”. Qui si può osservare la nascita del suo sentimento anticapitalista, raccontando del grande potere delle multinazionali. Secondo l’autore, l’unico modo per sfuggire a questo destino è il cyberspazio, ovvero una realtà virtuale composta da mondi digitali.
Gibson si inserisce così nel genere del cyberpunk, una reinterpretazione in chiave fantastica di temi legati al controllo degli individui di società oppressive. Nell’opera “Johnny Mnemonic” l’autore descrive un mondo in cui la tecnologia diventa estensione delle conoscenze umane affascinando sociologi del calibro di Marshall McLuhan. Inizia ad ottenere sempre più successo grazie a quella che viene definita la “Trilogia dello Sprawl” composta da “Neuromante”, “Giù nel cyberspazio” e “Monna Lisa Cyberpunk”.
Il successo di William Gibson
Nei suoi romanzi, Gibson presenta personaggi sempre esclusi ed emarginati, ma con una grande volontà di riscatto rispetto alla condizione di partenza. Al contrario, gli esseri umani e terrestri presentati sono mossi esclusivamente da interessi economici creando così grande distanza tra la realtà e il cyberspazio. Tra le opere di successo dello scrittore si ricorda anche “La macchina della realtà”, scritto insieme a Bruce Sterling nel 1990. La storia, seppur ambientata nell’Ottocento, conferma la volontà di descrivere il rapporto tra uomo e tecnologia inserendosi nel sottogenere dello steampunk.
In questo filone fantastico si è soliti inserire elementi tecnologici nella Londra Vittoriana di Jules Verne e Conan Doyle. Gibson propone poi viaggi nel tempo con “American Acropolis”, “L’accademia dei sogni” e “Guerreros”. La critica ha spesso definito le sue opere come estremamente realistiche, con il desiderio però che questi mondi distopici non si concretizzino mai.