uno dei vestiti in mostra
Si inaugura oggi, nelle sale del Petit Palais di Parigi, la più grande retrospettiva in assoluto sull’indimenticabile stilista Yves Saint Laurent. Oltre a più di 300 abiti ideati dal sarto, l’esposizione offre la possibilità di visionare bozzetti, documenti e filmati riguardanti sempre questo genio creativo e la propria maison. I cimeli coprono un periodo che va dal 1958 al 2002, anno della sfilata d’addio e del ritiro dalle scene.
Convinto che “la moda non è arte anche se ha bisogno di un artista per esistere”, il couturier era solito trarre ispirazione dalla strada o dai suoi viaggi in Paesi lontani, fra cui la Russia, la Cina, l’India, il Giappone e il Marocco.
Si deve inoltre sempre a lui l’introduzione dello smoking, del tailleur pantalone e della sahariana nel guardaroba femminile, dando vita così a una moda androgina, seppur con tutte le rivisitazioni che ciò ha comportato nel taglio e nello stile dei capi.
In contemporanea, è uscita nelle librerie francesi una biografia non autorizzata, e già molto discussa, sulla vita privata alquanto scapestrata che lo stesso avrebbe condotto in gioventù (Yves Saint Laurent mauvais garҫon). Ribelle o meno, il nome del fashion designer rimarrà per sempre indelebile nei volumi sulla storia del costume.
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