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Yusra Mardini, giovane nuotatrice siriana, con lo scoppio della guerra e dei bombardamenti è fuggita dal Paese insieme alla sorella Sarah, anch’essa nuotatrice. Dopo aver ottenuto lo status di rifugiata, Yusra torna a nuotare, e alle Olimpiadi di Rio del 2016 è una dei 9 atleti che prende parte alla squadra dei rifugiati.
Yusra Mardini cresce a Damasco, in Siria, in un paese non ancora segnato dalla guerra. Ha una sorella maggiore di nome Sarah, anch’essa una nuotatrice, e una sorella più giovane. All’età di soli tre anni Yusra inizia a praticare il nuoto. I continui bombardamenti che distruggono la Siria, in seguito allo scoppio della guerra civile, rendono troppo pericoloso continuare a vivere a Damasco. La piscina dove Yusra si allena viene danneggiata dalle bombe e anche la casa della famiglia Mardini sarà completamente distrutta.
Da qui, la difficile decisione delle sorelle Mardini, che nell’estate del 2015, insieme a un cugino di loro padre e a molti altri profughi, intraprendono un viaggio per scappare dalla Siria.
Inizia per loro un lungo e disperato viaggio, un cammino lungo un mese, che li porterà dapprima a Beirut, in Libano, e successivamente in Turchia. Raggiunta Smirne, sulle sponde turche del Mar Egeo, pagano degli scafisti per essere portati in Grecia. Ma questa prima traversata si rivelerà un fallimento. I profughi non riusciranno a varcare i confini dell’Unione europea perché saranno intercettati e riportati in Turchia.
In una notte di agosto, tentano una nuova traversata su un gommone diretto verso l’isola di Lesbo. Ma il barcone, sovraffollato di gente, durante il viaggio comincia a imbarcare acqua. Yusra, Sarah e un’altra ragazza in grado di nuotare, si tuffano in acqua e trainano a nuoto il gommone fino alla riva. Le tre ragazze nuotano per tre ore continuate prima di poter mettere in salvo il gruppo di profughi.
Ma il lungo viaggio delle sorelle Mardini non è ancora finito. Una volta in Europa, Yusra e Sarah attraversano i Balcani, a piedi e in treno, passando per Macedonia, Serbia, Ungheria e Austria. Troveranno accoglienza in Germania, a Berlino, dove finalmente riprendono a praticare il nuoto, in una piscina poco distante dal campo profughi dove vivono. A Berlino la famiglia finalmente riunita chiede lo status di rifugiati.
Nel 2012, prima della guerra, Yusra Mardini aveva partecipato come rappresentante della Siria ai Campionati mondiali di nuoto in vasca corta in Turchia.
Nel 2016, dopo essere arrivata a Berlino e aver ripreso ad allenarsi sotto la guida dell’allenatore Sven Spannekrebs, viene selezionata per entrare a far parte della nuova squadra degli Atleti Olimpici Rifugiati ai Giochi della XXXI Olimpiade di Rio de Janeiro. Nel 2016, infatti, il Comitato Olimpico Internazionale, proprio per portare l’attenzione sulla crisi dei rifugiati che sta investendo il mondo, decide di dar vita a una squadra di rifugiati.
Yusra Mardini nuotando in nome e per i rifugiati, diventa così, insieme ai suoi compagni di squadra, un simbolo di speranza agli occhi dei rifugiati e di tutto il mondo. Alle Olimpiadi di Rio, la farfalla siriana, partecipa ai 100 metri farfalla femminili con un tempo di 1:09.21 nella fase delle batterie.
Yusra oggi , come Ambasciatrice di Buona Volontà per l’UNHCR, si batte per sensibilizzare il mondo sulla condizione dei rifugiati in Germania e in tutta Europa. La sua storia è stata d’ispirazione a Elena Favilli and Francesca Cavallo, le quali hanno scritto la sua biografia nel bestseller “Storie della buonanotte per bambine ribelli”.
Ma anche Yusra ha deciso di tramandare la sua storia. Ha scritto un libro, Butterfly: From Refugee to Olympian – My Story of Rescue, Hope, and Triumph, purtroppo ancora inedito in Italia.