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Zelig è un programma di grande successo. Comicità allo stato puro, talvolta tagliente e altre meno, ma pur sempre piacevole. Claudio Bisio e Vanessa Incontrada, coppia considerata vincente, lo hanno condotto alla grande. Qual è la marcia in più del format? Secondo il critico televisivo e giornalista Aldo Grasso, la spiegazione è semplice: comicità fa rima con pubblicità.
Zelig: comicità fa rima con pubblicità?
Come si stabilisce il successo di un programma? Le risposte sono tante, ma secondo Aldo Grasso quando si parla di comici e format a loro dedicati c’è una sola opzione possibile: la pubblicità. Il critico televisivo e giornalista si è soffermato su Zelig, maggiore trasmissione del genere, e ha dato una spiegazione del tutto plausibile. Grasso, intervistato dal Corriere, ha dichiarato:
“Come si misura il successo di un programma come Zelig, ideato da Gino & Michele e Giancarlo Bozzo, e scritto da una legione di scribi (e farisei)? Dall’Auditel? Sì certo, ma solo in parte. Da quanto ne scrivono i giornali? Sì e no. Dagli ingaggi che i vari comici sottoscrivono dopo l’apparizione in video? Forse. Il metro più sicuro per misurare il successo di una trasmissione comica sono gli spot pubblicitari. Più alto è il numero di testimonial che formano il cast, più si capisce che il programma è visto dalle persone che contano nel sistema televisivo. Spesso anche a scapito della marcata ideologia di molti protagonisti. Del resto, da sempre comicità fa rima con pubblicità. Zelig è prima di tutto una schidionata di testimonial, a cominciare dai due conduttori Claudio Bisio e Vanessa Incontrada (splendida splendente dopo la maternità), per finire ai vari Paolo Cevoli (il «fratello» di Valentino), Enrico Bertolino, Katia & Valeria e molti altri”.
Il discorso di Grasso non fa una piega e viene da pensare che lo si possa declinare anche ad altri generi di programmi. Non solo cabaret e show comici, quindi, ma anche reality, talk show e via dicendo. D’altronde, quanti pagano per ottenere uno spazio pubblicitario vogliono ottenere qualche riscontro, altrimenti non lo farebbero.
La tesi di Aldo Grasso
Grasso ha proseguito:
“Tanto da far pensare che l’importante non è creare nuovi comici ma nuovi testimonial. Basta misurare il tempo impiegato da un nuovo acquisto della Premiata Ditta per fare il salto di comunicazione. L’unico che resiste è Gioele Dix: difficile che una marca di automobili affidi la gestione dell’immagine a un automobilista incazzato. Del resto, e qui sta la sostanza della nostra piccola riflessione, Zelig è costruito come una sequenza di tanti spot: il ritmo è più importante delle battute, un paio di minuti e via un altro. (…) Il resto è scansione, tormentone, atmosfera”.
Il noto critico televisivo ha fatto un’analisi degna di nota, che, per forza di cose, induce ad una riflessione. Tralasciando l’interesse che i telespettatori possono avere in merito all’argomento, cosa ne pensano i comici? Sapere che la propria battuta vale meno di uno spot non è molto soddisfacente.