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Il festival Più Libri Più Liberi, che si svolgerà a Roma nel fine settimana del 6 dicembre, ha suscitato un acceso dibattito a causa della sua scelta di dedicare l’evento alla memoria di Giulia Cecchettin, giovane vittima di femminicidio. Tuttavia, la presenza di ospiti controversi ha sollevato interrogativi e proteste tra intellettuali e attivisti. Tra questi, spicca la decisione di Zerocalcare, noto fumettista e attivista, di non partecipare all’incontro con l’organizzatrice Chiara Valerio.
Zerocalcare, il cui vero nome è Michele Rech, ha espresso il suo dissenso attraverso i social media, sottolineando l’inopportunità di invitare un uomo accusato di violenza in un contesto dedicato a una vittima di femminicidio. La sua posizione è chiara: non si può ignorare il tema della violenza di genere, e la presenza di figure controverse rischia di sminuire l’importanza del messaggio che si vuole trasmettere.
La sua coerenza è stata già dimostrata in passato, come quando abbandonò il palco al Salone del Libro di Torino per unirsi a un sit-in contro la guerra in Palestina.
La decisione di Zerocalcare ha avuto un impatto significativo, portando anche la casa editrice Bao Publishing a cancellare i propri panel dalla fiera. Questo gesto ha acceso un dibattito più ampio sulla responsabilità degli eventi culturali nel trattare temi delicati come la violenza di genere.
La presenza di Leonardo Caffo, filosofo accusato di maltrattamenti, ha ulteriormente complicato la situazione, scatenando l’indignazione di molte scrittrici e attiviste. La Valerio, inizialmente difensiva, ha poi riconosciuto l’errore dell’organizzazione, scusandosi pubblicamente e promettendo di dedicare spazi alle organizzazioni antiviolenza.
Nonostante le polemiche, la vicenda di Zerocalcare e la sua scelta di dissociarsi dall’evento rappresentano un’importante testimonianza di impegno sociale. La sua voce si unisce a quella di molti altri che chiedono un cambiamento reale nella società, affinché la violenza di genere non venga più ignorata.
La fiera, pur con le sue controversie, potrebbe diventare un’opportunità per riflettere su questi temi e promuovere una cultura di rispetto e consapevolezza. La presenza di centri antiviolenza e organizzazioni dedicate potrebbe rappresentare un passo avanti verso una maggiore sensibilizzazione e supporto per le vittime.